L'uscita del n. 1oo di questa rivista, organo e specchio dell'Istituto storico della Resistenza, diventa occasione per ripercorrerne la storia e l'attività. La vita dell'ente è scandagliata con minuzia a partire dagli esordi difficili, quando si deve "inventare" una struttura deputata alla conservazione della memoria della Resistenza, fino ai giorni nostri, con l'allargamento dell'orizzonte culturale a tutta la storia contemporanea. Nel mezzo decenni di incontri, iniziative, personaggi, momenti di crisi e risultati raggiunti. Stringendo l'obiettivo, particolare attenzione è dedicata ai convegni, tappe fondamentali di tale percorso, e alla costruzione del patrimonio documentario. L'archivio e la biblioteca, con una lenta opera di sedimentazione e acquisizioni impreviste, si possono così leggere come un'autobiografia dell'ente stesso. Chiude una riflessione sul valore "politico" delle scelte grafiche, anche per le copertine de «Il presente e la storia».
A cento anni dalla fondazione del P.C.d'I., un saggio indaga il risultato imprevisto della scissione di Livorno in un territorio, quello cuneese, in cui il Partito socialista aveva ottenuto un grande successo elettorale nelle politiche del 1919. Era la conseguenza del travaglio sociale e dell'influenza degli eventi sollevati in tutto il continente dalla Prima guerra mondiale e dalla rivoluzione russa.
In seguito alle repressioni del 1956 in Polonia e Ungheria, nella "bianca" provincia di Cuneo dominata dalla D.C. e in altre realtà piemontesi si sviluppa nel Partito comunista un dibattito durissimo che vede coinvolti intellettuali, donne ed ex resistenti (Maria Rovano "Camilla" a Cuneo, Bianca Guidetti Serra e Carla Nosenzo Gobetti a Torino) espressione di un dissenso politico non più contenibile.
Un frammento della storia del manicomio di Racconigi nella figura del suo direttore, Oscar Giacchi, in carica per un trentennio fondamentale per la storia dell'istituzione e della psichiatria italiana.