pref. di Guido Quazza
Torino, Book Store 1979, pp. XVI, 320. € 13,00
Le lunghe file di sbandati senza armi, che discendevano dai valichi alpini - truppe della 4ª armata che aveva occupato la Francia meridionale - manifestarono in modo drammatico alle popolazioni cuneesi il significato dell'8 settembre 1943: la fine della guerra fascista, la disgregazione dell'esercito e di tutto l'apparato statale. Toccava agli uomini che avrebbero organizzato la Resistenza risolvere i problemi che il disastro poneva loro, salvare i soldati dispersi, avviare la costituzione di un nuovo sistema politico e di nuove forze combattenti.
Lo studio dell'8 settembre nel Cuneese è dunque particolarmente illuminante per cogliere in ogni aspetto il processo di passaggio dall'ordine del governo regio e fascista, garantito dalle forze armate, alle prime iniziative del movimento di liberazione. La 4ª armata è infatti un caso unico di grande unità dissoltasi sul territorio nazionale, senza aver sostenuto un vero urto con l'esercito tedesco, per l'azione delle forze disgregatrici che l'armistizio aveva scatenato al suo interno.
Questo libro - che pubblica gli atti di un convegno tenuto a Cuneo il 3 e 4 novembre 1976 - fa convergere sui fatti e sui problemi di quei giorni la riflessione degli storici e le testimonianze di militari e di civili, di ogni grado e condizione sociale, in un tentativo originale di ricostruire l'8 settembre quale apparve alla coscienza di una collettività il mi ruolo nella guerra 1940-45 ha un significato esemplare nella storia nazionale.
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