Memoria delle Alpi
Cuneo

La comunità ebraica di Cuneo
e le leggi razziali

Alla fine del 1938 vivevano a Cuneo 28 ebrei. La Comunità ebraica cuneese era stata fino alla prima guerra mondiale assai popolosa, ma una forte migrazione verso le città maggiori l'aveva poi drasticamente ridotta. Gli ebrei rimasti avevano continuato una vita assai ben integrata con il resto della popolazione, come testimonia il buon numero di matrimoni misti.

Le leggi razziali cominciano a colpire gli ebrei cuneesi fin dal settembre del 1938, quando viene licenziata dal Ginnasio la professoressa Eleonora Diena e vengono cacciati dalla scuola pubblica Riccardo e Miranda Cavaglion e Clotilde Segre. Di nascosto due insegnanti impartiscono a Riccardo lezioni private, consentendogli di superare l'esame di maturità.

Poco più tardi Attilio Segre, titolare di un negozio di tessuti nella centrale via Roma, deve cedere la licenza di commercio al suo dipendente non ebreo. La posizione razziale dei figli dei matrimoni misti rimane per lungo tempo nelle mani del Ministero dell'interno: nel frattempo le loro attività lavorative o i loro progetti rimangono sospesi. Chi di loro ottenne la dichiarazione di arianità riuscì a sottrarsi alle successive tappe della persecuzione. Non così per gli altri.

Il 28 settembre 1943 gli ebrei di Cuneo vengono rastrellati dai tedeschi aiutati dai carabinieri italiani i quali, elenchi alla mano, li prelevano dalle loro case e li conducono nel campo di Borgo San Dalmazzo, già gremito di 349 ebrei stranieri arrestati mentre fuggivano dalla Francia . Si sottraggono all'arresto i pochi giovani che erano già saliti in montagna con i primi nuclei di resistenti, come i fratelli Cavaglion. Gli ebrei cuneesi saranno poi liberati 12 giorni prima della deportazione ad Auschwitz degli stranieri e, nascondendosi in modi diversi nei mesi successivi, riusciranno a salvarsi tutti. Solo Alessandro Schiffer, ebreo di origini ungheresi, fu arrestato dai carabinieri e condotto il 6 febbraio 1944 al campo di Borgo. Di lì fu deportato ad Auschwitz dove morì.

Testi: Adriana Muncinelli